Il mio World Pride 2017, a 4 zampe ovviamente !
E’ stato un weekend sfiancante, dal punto di vista fisico e mentale, ma maledettamente, maledettamente appagante.
Madrid si è letteralmente fermata per il World Pride, circa 4 milioni di persone hanno orbitato nella capitale in una sola settimana.
Una città multicolore, con bandiere Rainbow ovunque, feste e concerti in piazza. Tutto inneggiava alla tolleranza! Anche i semafori sono stati personalizzati per l’occasione.
E’ stata un cosa che difficilmente dimenticherò, dato che ho avuto modo di viverlo in prima persona e da protagonista. Ho sfilato nel corteo insieme alle altre rappresentanze, io in particolare sono stato ospite di SLFC e grazie ai due operosi organizzatori Janos and Henk è andato quasi tutto bene!
Sono partito Giovedi alle 6.00 da Milano e atterrato Madrid alle 9.00, dopo essere stato accolto dal caloroso Hank (organizzatore e mente di SLFC ) e sistemato in camera, mi sono dato a un po’ di shopping d’obbligo e a un giretto per il quartiere.
Gli appuntamenti di noi Mr. sono iniziati con il Meet&Great di venerdì, un momento di presentazione ufficiale e di incontro con i turisti e le realtà di Chueca, il quartiere gay di Madrid centro del World Pride. Tantissimi i passanti che chiedevano una foto, ma la cosa interessante e che mi ha stupito è stata la trasversalità delle persone che si sono approcciate a noi, ho fatto moltissime foto a 2 e a 4 zampe con coppie etero e con famiglie, addirittura con dei bambini! (ed io che pensavo di spaventarli).
Via di lì, di corsa in taxi per il locale che ci ha ospitato per serata, non un granché a dire il vero, in Italia ci difendiamo meglio in quanto a Cruising (per onestà voglio raccontare anche le cose che non mi sono piaciute, i protagonisti spero mi perdoneranno) ma c’è stato comunque chi più di me si è divertito e comunque i drink non erano male, la nota divertente è stato quando il taxista, che da 10 minuti fissava il mio muso dallo specchietto, ha chiesto ad Hank “que significa esa máscara de perro.” (Trad:cosa significa la maschera da cane) e dopo una veloce spiegazione prima di andarsene ha voluto farsi una foto con noi anche lui.
Il 1° luglio sabato mattina è stato dedicato alla cultura, abbiamo fatto un giro per le maggiori attrazioni turistiche di Madrid, cosi da respirare un po’ l’atmosfera cittadina ad di fuori di Chueca, poi un veloce lunch a base di tapas e di corsa a riposare, lisciarsi il pelo e cambiarsi per il Pride.
Alle ore 17.30 eravamo tutti pronti per la parata, un po’ di tensione scorreva nelle mie vene di cucciolo, non avevo mai partecipato ad un evento mondiale e non sapevo come le mie zampe avrebbero reagito. Allineati e pronti siamo stati in attesa del nostro turno per un bel po’ ma c’èra da aspettarselo con oltre 2 milioni e mezzo di persone in strada (forse tre, chi può dirlo) non poteva andare tutto liscio o senza ritardi.
E’ stata una parata epocale, monumentale, durata la bellezza di 8 ore e mai tanto partecipata.
Un Pride diverso, rispetto a quello di noi italiani, e non a caso BELLISSIMO perché a sfilare, inizialmente, sono le associazioni che si iscrivono alla parata, con il ‘pubblico’ ai lati della strada ad applaudirli, a fotografarli, ad ammirarli.
Ho fatto 6km di parata e posato per non meno di 600 foto, con 600 persone diverse, sorridendo, scherzando, abbaiando ululando e facendomi fare grattatine anche insieme amici a 4 zampe (zampe vere intendo).
Purtroppo non c’è praticamente musica, in questo frangente, con le varie ‘categorie’ fieramente in mostra persino quella dei NUDISTI senza nulla addosso in strada (si! pisello al vento, esatto) e con solo il cartello di rappresentanza in mano. Impossibile persino da pensare per la pudica Italia, che puntualmente si scandalizza per due tette o una chiappa troppo esposta.
Alle 21.00 circa abbiamo finalmente sfilato sotto il palco alla fine del corteo che annuncia la presenza dell’associazione e siamo stati ripresi in diretta e diffusi su i media di tutto il mondo (sono ancora impegnato a setacciare il web per capire dove sono finito e su quali testate) dopo essere stati annunciati sul wall screen e finalmente congedati, io mi sono preso la libertà di sfilare a quattro zampe davanti al corteo stile mascotte … era il mio obbiettivo di giornata!
Conclusa questa parte di Pride, durata la bellezza di 3 ore, si è poi passati alla fase più spettacolare, quella più attesa: l’arrivo dei carri dietro i quali non è però possibile ballare, come storicamente avviene da noi.
Probabilmente per una questione di sicurezza il Pride di Madrid è letteralmente ‘parata’.
(Purtroppo qui non sono stato presenti anche perchè visibilmente provato e con una emi-paresi sul volto da tanti sorrisi fatti per le foto avevo davvero bisogno di una doccia).
I carri sono stati accolti da un oceano umano senza distinzioni di sesso, età, etnie e orientamento sessuale.
Perché tutta, ma davvero tutta Madrid era in strada.
Dai giovani gay che si tenevano la mano alla coppia di vecchietti, moglie e marito, eleganti con il vestito della domenica e la sediola portata da casa.
Lo spirito del Pride, che è rivendicazione, ostentazione ma soprattutto FESTA e celebrazione, viene qui pienamente abbracciato, rivendicato e vissuto.
Per me è stato una sorta di giubileo da voler, costi quel che costi, vivere in prima persona, fino a notte inoltrata. Ero stanco, assonnato e affamato ma NON volevo tornare in albergo era la giornata dell’orgoglio per il Mondo intero e io volevo fottutamente parteciparvi e renderla la MIA giornata del orgoglio.
Alle prime luci dell’alba, come per magia, la città si è infine risvegliata miracolosamente pulita alla perfezione, un ritorno alla normalità come se nulla fosse successo ma sono sicuro che per tutti quelli che vi hanno partecipato come me il ricordo non sarà facilmente cancellato.
La contemplazione però deve cedere il passo alla incombente realtà ovvero lasciare la camera e fare il chek-out. Da li il Brunch di commiato con gli altri Mr. e le foto di rito. Poi di corsa in aeroporto con già un po’ di nostalgia ma sicuramente felice.
E’ stata una settimana ‘UNICA’, infinitamente stancante, ma davvero soddisfacente, dove ognuno ha portato in strada il proprio io, qualunque fosse, senza vergogna alcuna, onorando lo spirito di quel Pride che quasi mezzo secolo fa diede il là a ciò che è diventato oggi.
Per tutti il Pride è questo, e non esiste FESTA più bella al mondo.
Personalmente per concludere posso dire che tra le cose da fare almeno una volta nella vita, alla voce:
– Partecipare a un evento mondiale da protagonista. Adesso posso scrivere FATTO!
Next Stop: Estate 2019, World Pride a New York per i 50 anni di Stonewall. sto cominciando a farci un pensierino, perché ne varrà davvero la pena.
PS: ho fatto centinaia di foto e me ne hanno fatte altrettanto. A breve pubblicherò una gallery, ma volevo scrivere di come è andata ancora prima che mostrare quanto è accaduto.
Mi sono venuti gli occhi lucidi rivivendo quelle giornate riga per riga… sono orgoglioso di vedere che un piccolo contributo fotografico ti è risultato utile! A presto, Cosimo la Stufina.
Carsissimo Zaush
sai già quanto ti apprezzi e ti stimi; complimenti ancora: il reportage e il commento del pride di Madrid è stato,,come d’altronde sei tu, allo stesso tempo ironico, sexy e toccante…grazie
Beppe
Caro Zaush
Il reportage e il commento del pride di Madrid sono stati, come del resto sei tu, ironici, sexi e toccanti; grazie!
Beppe